IL VIAGGIO... We are the Erosfamily

IL VIAGGIO... WE ARE THE EROSFAMILY

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-IL VIAGGIO... WE ARE THE EROSFAMILY - è il volume finale della mia serie di libri in quattro parti e il primo libro di questo tipo in tutto il mondo. È un'autobiografia sulla vita non solo di un fan. È la storia di una generazione, della loro vita con tutte le sue sfaccettature positive e negative. E sulla loro passione, che di volta in volta è diventata un'ancora di salvezza per innumerevoli fan. Nel terzo volume, -Il mio mondo, un amore senza fine-, racconto il mio grande amore per il calcio italiano, il Milan e la nazionale italiana, e i momenti emozionanti che associo a questo amore. Ma anche sullo sviluppo della mia passione per la musica di Eros Ramazzotti, che mi ha regalato numerosi momenti magici negli ultimi dieci anni. Nella mia infinita ricerca di emozioni, gli ultimi 10 anni sono stati favolosi, meravigliosi e molto movimentati. Questo libro racconta una storia sulla normale follia della vita, con numerosi colpi di fortuna. Una montagna russa attraverso il paradiso e l'inferno. È un mix di emozioni, umorismo, amore, tristezza, romanticismo, dramma, erotismo, desiderio, lotte, sconfitte e vittorie e numerosi momenti magici. Non è necessario leggere questo libro continuamente dalla prima all'ultima pagina. Dal momento che è composto da tre parti, hai la possibilità di scegliere l'ordine da solo. Nella prima parte racconto la mia passione per la musica di Eros Ramazzotti e la mia vita folle, che ho adattato a questa passione. Nella seconda parte i fan di diverse parti del mondo raccontano la loro vita, il loro amore e le loro esperienze con Eros. Nella terza parte racconto del tour passato, durante il quale ho visitato quasi 30 concerti di Eros in tutto il mondo.


Un esempio di lettura


 Estratto dalla seconda parte -Le voci dei fan-

WE ARE THE EROSFAMILY

 ARMANDO GIOVANNI TRUCIOS, CALLAO, PERÙ

Mi chiamo Armando Giovani Trucios Mendoza, sono nato a Callao, in Perù, il 2 luglio 1981 e sono un designer ed editore.

 

La prima volta che ho sentito le canzoni di Eros è stata quando ho ascoltato l’album -Musica È-. Mi sono piaciute così tanto che ho fondato un fan club nel mio Paese, il Perù.

 

 Ho avuto la fortuna di incontrare Eros per la prima volta durante il Soundcheck a Città del Messico. Era il 18 ottobre 2016 e ho potuto scattare un paio di foto insieme a lui. La seconda volta è stata a Monterrey, il 20 ottobre 2016, la terza quando sono andato a trovarlo nel suo albergo a Città del Messico, il 5 febbraio 2020. Senza dubbio questa è stata la mia esperienza più bella accanto a lui perché ha dimostrato tanta disponibilità con me e con i miei amici. Ho anche conosciuto alcune ragazze che appartengono al gruppo che si chiama “Pandora”, loro avevano riconosciuto Eros e gli avevano chiesto una foto. La quarta volta che l’ho incontrato è stato al Soundcheck a Città del Messico, il 6 febbraio 2020, e l’ultima al Soundcheck di Monterrey, l’8 febbraio 2020.

 

I concerti a cui ho assistito sono stati quattro e ho sem­pre dovuto viaggiare dal Perù verso il Messico. Il mio primo concerto è stato il 18 ottobre 2016, all’Arena México che si trova a Città del Messico. È stato davvero strepitoso. Il mio secondo concerto è stato il 20 ottobre 2016 all’Arena Mon­terrey, a Monterrey, anche questo mi è piaciuto tantissimo. Avevo anche i biglietti per i concerti del 2019, ma quando Eros ha cancellato le date, ho deciso di andare ugualmente in Messico con i miei amici dato che avevo già acqui­stato i biglietti dell’aereo. Il terzo concerto è stato il 6 febbraio 2020, all’Auditorio Nacional a Città del Messico. Ero in prima fila insieme ai miei amici ed Eros è passato proprio davanti a me. La felicità sul mio volto diceva tutto… Il quarto ed ultimo concerto è stato all’Auditorio City Banamex di Monterrey. Ero di nuovo in prima fila insieme alle mie care amiche, ho vissuto quel concerto con tutto il mio cuore, e ho cantato fino a restare senza voce.

 

Le mie canzoni preferite sono tante, ma dovendo scegliere direi…
-Nostalsong-, -La Sombra del Gigante-, -Hay Vida-, -Perfecto-,

 -Yo Soy Tú- e -Nuestra Vida-.

 

…Se io potessi avere Eros accanto a me, lo ringrazierei per tutte le sue canzoni che sono state la colonna sonora della mia vi­­­­­ta. Lo ringrazierei per la disponibilità quando l’ho incontrato, per avermi permesso di entrare ai Soundcheck, e forse gli chiederei di venire in Perù così anche i miei amici potrebbero vivere le emozioni che ho vissuto io ai suoi concerti.

Uno dei miei più grandi desideri è che tutti i fan club possano essere davvero uniti e che tutti possano avere la stessa opportunità di assistere ai Soundcheck.

Deceduto il 26 agosto 2020.

«È stato un onore per me averti incontrato e aver vissuto Città del Messico e Monterrey con te…

Non te ne sei andato veramente e vivrai nei nostri ricordi.»

 

A nome di tutti i fan di Eros

 

 

 



 

JUAN GONZALEZ, MONTERREY, MESSICO

 

Grazie d’esistere.

 

Juán González era una persona amabile ed è stato molto 
amato dalla sua famiglia e dagli amici. Era nato a Monterrey, 
in Messico, il 28 ottobre 1969. Era comune collegare Eros Ramazzotti a lui. La prima volta che ha ascoltato la musica di Eros è stato grazie a sua moglie. All’inizio non gli era piaciuto tanto, ma la sua vita lo aveva poi portato a legarsi molto alle sue canzoni.

 

A casa era affascinante l’atmosfera che trasmetteva quan­do ascoltava la musica di Eros e cantava a voce alta, a volte solo, a volte ci dedicava le canzoni e altre volte il suo canarino lo accompagnava. La voce di Juan che cantava a squarciagola per il soggiorno oppure in cucina fa parte dei ricordi più belli che abbiamo nel cuore. Un giorno molto speciale è stato quello in cui Eros è uscito dal suo albergo a Monterrey e ha incontrato i suoi fan. Ricordo di aver accompagnato Juan, mi ha sorpresa come lo ha salutato, così natu­rale, come se si conoscessero da tempo, ridendo e scherzando. Grande Eros! 

 

Era come dire addio a lui. Ha avuto la fortuna di andare a tanti concerti a Monterrey, dove si trovava con la sua se­conda famiglia. Juan è sempre stato una persona molto attenta ai suoi figli e ci piaceva tanto ascoltarlo parlare degli altri suoi amici, che con­dividevano il suo stesso amore per la musica di Eros. Juan aveva tanti amici in Messico e in altri Paesi, si riunivano per suonare la sua musica e cantare le canzoni, gli piaceva parlare con loro e guardare tutte le novità su Facebook o nei gruppi di WhatsApp che avevano in comune.

 

Canzoni come -Si bastasen un par de canciones- -Otra como tú- -Cosas de la vida-, -Música es- sono tra le tante che lo hanno ac­compagnato nella sua vita, ma soprattutto -Più Bella Cosa-. Non sappiamo se di preciso fosse la sua canzone preferita, ma ogni volta che glielo domandavamo, la menzionava insieme a tante altre. Sicuramente ce n’erano tante, alcune le relazio­nava con la sua vita, con i prob­lemi, le gioie, ecc. Ma questa era la canzone che abbiamo ascoltato di più tra quelle che lui cantava, l’ha aveva dedicata a sua moglie e ai figli più di una volta. È stata la canzone che, mentre lui era in ospedale, continuava a suonare nella radio e ci portava pace tra tutto il caos per la drammatica situazione sanitaria. La sentivamo co­me se fosse un segnale ed è ancora così. Ricorderemo sempre l’ultima passeggiata con la famiglia, lui guidava la macchina in autostrada ed ha cominciato a cantare…

                -LA COSA MÁS BELLA-, …lui la cantava con tantis­sima allegria e sorrideva. Sono momenti che avremo nei nostri cuori per sempre.

 

Ricorderemo per sempre il nostro papà con le canzoni di Eros Ramazzotti e sempre saremo grati di conservare la sua memo­ria tramite loro.

 

Grande Eros! Grande Juan, grazie d’esistere.

 

Deceduto il 25.7.2020

 

«Non ti dimenticheremo…

Fai buon viaggio, amico…»

 

Da parte di tutti i fan di Eros


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MONACO 17 PUNTO 02 - 2019

 

…Avevo davvero fatto di tutto per ottenere l'autoriz­zazione per la mia coreografia, in modo da poter entrare nella sala olimpica, prima dell'apertura ufficiale. Dopotutto ave­vamo sedicimila manifesti da distribuire. Pino Garieri ed io eravamo stati ad un fan event a Milano a dicembre e avevamo incontrato Eros negli studi di Radio Italia. Avevo con me il prototipo dei miei manifesti e alla fine avevo fatto notare ad Eros che sedicimila cuori lo aspettavano a Monaco all'inizio del suo tour mondiale. Un grande cuore rosso, con il testo >GRAZIE DI CUORE... Vita ce n'è< era il contenuto di questi manifesti. Eros ne fu visibilmente entusiasta e mostrò subito il manifesto al suo manager Gaetano...

                         

   «Guarda, Gaetano...

     16000 di questi manifesti ci aspettano a Monaco!»

 

...Beh, una ragione in più per avere successo in questa operazione. Pino, Daniela, mia figlia ed io abbiamo scattato insieme delle foto dei nostri nuovi graffiti di EROS e poi siamo partiti per Monaco di Baviera con centoquaranta chili di poster, per l’esattezza con 6 grossi pacchi. All'ingresso pos­teriore della Olympiahalle nel primo pomeriggio c'erano già diversi fan. E con alcuni di questi fan avrei vissuto molti altri bei momenti nei dodici mesi successivi. Michele Bonuso era arrivato insieme a Silvia Bovolenta e avevano portato Pino Cafarella. Con Pino, in realtà avevo già avuto un contatto perché aveva bisogno di un biglietto per il concerto. Era un ragazzo molto simpatico, cosa che avrei scoperto nei mesi successivi, ma il nostro primo incontro non è stato affatto piacevole. Almeno per me. Le nostre trattative sul prezzo del mio biglietto in più si sono protratte quasi mezz'ora, finché non ci siamo accordati su una somma di quaranta euro. Sì, mi ero tenuto un biglietto perché non volevo perdere la speranza fino alla fine che forse una certa persona mi avrebbe contattato e avrebbe voluto venire con me. All'ingresso posteriore della Olympiahalle, per l’esattezza all'ingresso dei VIP e della stampa, avevamo aspettato per un certo motivo. Proprio perché speravamo di vedere Eros e magari di essere lì per il primo soundcheck del tour. Beh, l'ingresso era alle 19, ma eravamo arrivati molto prima delle 15 davanti alla sala e la fortuna era dalla nostra parte. Invece di pioggia o neve, a Mo­naco di Baviera c'erano ­17 gradi primaverili. Così eravamo arrivati in tempo, ma all’inizio la sicurezza non voleva farci entrare nella sala con le scatole. Così ci è voluta un'eternità prima che l'organizzatore del concerto prendesse una deci­sione, poi ci ha raggiunto Alex, il che naturalmente significava che Eros era già presente in sala. Tuttavia, eravamo già consa­pevoli di questo fatto, perché i due ci erano passati davanti quando avevamo parcheggiato. Alex ha scambiato qualche parola con alcuni fan che conosceva e ha controllato la situa­zione davanti alla sala. Paola Bavone, che fino ad allora avevo conosciuto solo su Facebook, è venuta dalla Svizzera con Aurelia. Poco dopo ci siamo messi a parlare e ho infor­mato Paola e le sue amiche dei nostri piani con i manifesti. Devo anche dire che Paola aveva comprato le mie prime tre magliette dell'Erosfamily. Daniela si stava innervosendo sempre più, perché anche lei sapeva che sedicimila manifesti non potevano essere distribuiti in cinque minuti. Tuttavia eravamo ancora tutti di buon umore. Daniela ha avuto la sfrontatezza di arrivare con due delle mie bottiglie di Ramazzotti del bar di casa mia, ma naturalmente lei mi aveva informato e abbiamo bevuto in tre queste due bottiglie nel giro di mezz'ora. Ad un certo punto, mentre speravamo ancora in una decisione­ da parte del promotore del concerto, dopo due ore, mi sono ricordato del mio striscione, e che noi fan avremmo potuto fare una foto insieme. Ci è voluto davvero meno di un minuto perché tutti i presenti si riunis­sero dietro lo striscione e le prime foto di gruppo del tour sono state immortalate. Beh, alla fine ci è stato permesso di portare i manifesti in sala, ma non di distribuirli fino a dopo il soundcheck, questo è quello che mi ha detto Alex. E questo soundcheck è durato tanto, e più durava, più mi innervosivo. Avevo già incontrato Nicola Renna davanti alla sala, e dopo che la maggior parte di loro era stata informata della sorpresa che volevo fare ad Eros, si sono avvicinati a me durante le prove e mi hanno offerto il loro aiuto per distribuire i poster sulle poltrone in sala dopo il sound­check. Se i responsabili non avessero ritirato la loro autorizzazione all'ultimo minuto, la sala sarebbe stata pronta entro venti minuti. Perché anche Aurelia, Paola, Pino Cafarella, Michele, Silvia e altri fan ave­vano offerto il loro aiuto. Ma come già detto e come avevo temuto, abbiamo dovuto togliere di nuovo lo striscione e i manifesti da 140 kg dalla sala. Ne avevamo discusso per qualche minuto con la sicurezza, ma ora il tempo stringeva, perché presto i primi spettatori sarebbero entrati in sala e non volevo dovermi infilare tra la folla con le scatole quando dovevo uscire dalla sala con i manifesti. Il nostro grande vantaggio era che non c'erano posti in piedi nell'arena, solo posti a sedere numerati. Così abbiamo avuto abbastanza tempo per trasportare le scatole in macchina ma ero così de­luso e il mio umore sembrava fosse una bolla di magma che stava per scoppiare. Naturalmente ero arrabbiato e i miei amici hanno cercato di calmarmi. Soprattutto Paola e Aurelia, anche se ci conoscevamo solo da cinque minuti. Ma non potevo, e soprattutto non volevo calmarmi, e naturalmente ho considerato il comportamento della sicurezza e la decisione dell'organizzatore del concerto come se fosse una decisione estesa a tutta la città di Monaco. Monaco non era mai stata una città che mi aveva particolarmente attratto. Forse anche perché ho sempre visitato il capoluogo bavarese quando pio­veva. Inoltre, sono l'opposto assoluto di un tifoso del Bayern quando si tratta di calcio...

           

-Speriamo che Eros non si ricordi di me e dell'evento di Milano

 Era così entusiasta del mio progetto-

 ...e ancora quei secondi nello studio di Milano mi sono venuti in mente...

 

Eros «Gaetano, guarda... 16000 manifesti ci aspettano a Monaco!»

 

...e al pensiero di come Eros si era rallegrato in quel momento, mi sono arrabbiato ancora di più!

 

   Io «Ma sapete una cosa?

          Dividerò questi sedicimila manifesti,

          e poi li porterò a tutti gli altri concerti,

          fino a quando non saranno esauriti»

 

...Ho cercato di consolarmi con questo pensiero e gli altri non pensavano fosse una cattiva idea. Avevo espresso all’inizio questa idea spontanea, solo per ripicca. Ma riguar­dando indietro ero molto felice che Monaco fosse una delle due città che mi aveva proibito di allestire la mia coreografia durante il mio tour. L'altra città era Vienna! 

 

Dopo aver sistemato i manifesti in macchina ed essere tornati in sala poco dopo le 19:00, avevamo la fronte sudata per la fatica del trasporto. Pino ed io eravamo visibilmente delusi. Daniela aveva cercato di nasconderlo, perché il concerto do­ve­va iniziare entro un'ora, Farina era assolutamente rilassata. Io ho avuto bisogno di alcuni minuti per calmarmi, perché fino ad allora tutti i miei preparativi per questo progetto avevano funzionato perfettamente. Solo la sorpresa per Eros, la cosa più importante che avevo pianificato fino ad allora... dannati monacensi...

 

Anche Angela Zagami, Ilaria Setticasi dall'Italia e Suzy Vanderlinden dal Belgio erano venute a Monaco di Baviera per l’inizio del tour mondiale e quando ho potuto prendere Angela tra le braccia, mi sono sentito molto meglio. Lenta­mente la sala olimpica si stava riempiendo e davanti a noi si è presentato il nuovo palco, che ora avrebbe dovuto iniziare il suo viaggio in Europa. Un grande telo bianco, un sipario semicircolare ricopriva il palcoscenico, i riflettori illumina­vano il pubblico. E sul panno bianco c'era un grande albero... per la precisione, l'albero della vita. Eros aveva tatuato pro­prio questo albero sulla parte superiore del suo braccio sinis­tro. Farina ed io avevamo ottimi posti a sedere. Proprio al centro della terza fila. Uno degli spettatori, che era stato al soundcheck, era seduto nella fila davanti alla nostra e anche lui come noi non riusciva a capire la decisione degli organiz­zatori. Dopo avergli consegnato due manifesti, perché in qualche modo ne avevo portati dentro una ventina, mi sono distratto un attimo, ho scambiato qualche parola con Farina, e non mi sono accorto di come alcuni spettatori intorno a noi si fossero emozionati all’improvviso. Lo spettatore di fronte a me, a cui ho dato i due poster, mi ha poi detto

                 

      «Non vorresti dare qualche poster

        anche ai due giovani

        che hanno appena preso posto qui?»

 

 ...Ho afferrato i poster prima di capire quali fossero gli spettatori. Aurora Ramazzotti e il suo fidanzato Goffredo Cerza si erano infatti seduti davanti a me. Quando dopo una frazione di secondo me ne sono accorto, un'improvvisa esplo­sione di gioia mi ha sopraffatto perdendo un po' il controllo di me stesso. Ho velocemente abbracciato Aurora da dietro, mi sono presentato rapidamente e ho augurato ad entrambi di divertirsi. Aurora non ha affatto reagito in modo brusco, si era un po' spaventata, ma mi ha sorriso e mi ha salutato. Goffredo era un po' meno entusiasta. E poi ho consegnato i due poster ad Aurora e proprio in quei secondi le luci della sala si sono spente, il pubblico ha iniziato a urlare e il primo concerto di questo tour è iniziato. Sul grande sipario bianco, trasformato in schermo, si vedevano da lontano un vigneto e un cavallo al galoppo che si avvicinava, su cui Eros era seduto. Un ritmo entusiasmante con un basso incredibile facevano da sottofondo musicale e vibrare il pavimento della sala. I miei occhi si sono riempiti subito di lacrime. Finalmente era arri­vato il momento... dopo aver contato i mesi, le settimane e i giorni... Finalmente la lunga attesa era terminata. Era…

-Eros-Time-

        ...quindi il tour mondiale stava iniziando in quel momento. E mentre Eros galoppava con il suo cavallo sullo schermo verso di noi, l'intera sala ha iniziato ad applaudire 
a tempo. Mentre alzavo le braccia, Goffredo si è voltato di nuovo verso di me per un attimo. Poi ha guardato il mio tatuaggio con la firma di Eros sull'avambraccio, dai suoi occhi si capiva che era un po' sorpreso, e ha dovuto guardare addirittura due volte, poi l'ha fatto notare ad Aurora e lei 
mi ha subito fatto una foto con il suo cellulare. Non mi sono nemmeno accorto di tutto questo, ero troppo concentrato sul palco. Farina me ne ha poi parlato. Quando Eros è sceso 
dal suo cavallo, è calato il sipario, e i suoni della sua prima canzone del nuovo album omonimo -Vita ce n'è- sono risuonati in tutta la Olympiahalle... Sullo sfondo del palco c'era uno schermo, la cui forma era molto simile a quella di un tappeto, perché questo schermo era calpestabile, e si esten­deva dalla parete di fondo del palco fino al lato destro del pavimento del palco, un po' lontano dal pubblico. E ad ogni canzone si vedeva un gioco diverso e spettacolare di colori o di scenografia.

 

 …Questo concerto è stato come una liberazione per me, e certamente per molti altri fan. Non credo che questa sensazione succeda solo a noi fan di Eros. Ma fondamen­talmente succede a chi vive i momenti salienti e commoventi con le sue passioni importanti.



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EBOLI

 

…Eboli è stato un breve viaggio di cinque giorni in totale. Il 4 dicembre sono partito da Augusta a mezzogiorno 
e sono arrivato a Bari alle 6 del mattino del giorno dopo. Ho visitato la tomba di mio padre, sono stato invitato a cena a casa di mia zia Rosa e sono andato a dormire abbastanza presto. Già alle 4 del mattino, il 6 dicembre, Antonella Las­sandro è venuta a prendermi con la sua macchina a Ruvo. Insieme siamo andati a Eboli. Da anni i fan di Eros di Bari e di tutta la Puglia desideravano rivedere un suo concerto in quella regione. Così Eboli è stata la migliore opportunità per molti dei suoi fan del sud Italia di rivederlo finalmente dal vivo. Molti fan pugliesi non hanno i mezzi economici per as­sistere ad un concerto a Roma, Milano, Taormina o Verona. Eboli è stato il primo concerto in cui ho incontrato Cosimo, il marito di Rosa Girone. Ci siamo capiti subito. Una persona a posto... anche se è un tifoso dell'Inter… ma non importa. C’erano anche Amalia Paradiso e sua figlia Marica, Francesco Giordano e tanti altri fan, da tutte le regioni d'Italia. Nel primo pomeriggio Dino ha allestito il suo stand con gli articoli dei fan e in seguito sono state scattate diverse foto ricordo. Era un giorno di dicembre umido e freddo a Eboli, adatto per il giorno di Babbo Natale. Ma l'atmosfera era eccellente.

 

Sì, più durava il tour, più spesso ci incontravamo tutti, più sembrava davvero una riunione di famiglia. Natural­mente non si è parlato solo di Eros, ma anche di famiglia, lavoro, politica e calcio. Sì, anche di Raul Bova e di Diletta Leotta e argomenti simili. Ognuno di noi ha una vita normale, una routine quotidiana con doveri e piccole e grandi preoc­cupazioni. Ci sono anche quelli di noi che sono stati sfortunati, che hanno vinto una malattia o la stanno ancora combattendo. Proprio per questi fan Eros è molto spesso un pilastro por­tante della loro forza. Fondamentalmente importante. Per dirla con le mie parole, per esprimere l'enorme presenza di questa passione nella nostra vita:

         

«Se morirò a 82 anni,

              allora andrà bene, ma vorrei

              che Eros vivesse almeno fino a 97 anni.

              E non c'è alternativa a questo desiderio».                 

 

...mi viene un'idea, se morissi prima, all'età di 62 anni, allora Eros potrebbe essere ancora abbastanza in forma per cantare al mio funerale... Ok, torniamo alle basi. Con tutte le canzoni che ha pubblicato, Eros ha creato mondi di emozioni nel cuore dei suoi fan, la cui dimensione raggiunge l'infinito. Un semplice ragazzo di un sobborgo di Roma...

   

           ...Nato ai bordi di periferia

              dove i tram non vanno avanti più

              dove l’aria è popolare

              è più facile sognare

              che guardare in faccia la realtà...

 

...Eros è uno di noi che non ha mai dimenticato da do­ve viene, non importa quanto successo abbia. E queste poesie, questi testi, le sue canzoni che ha scritto, raccontano di questa vita là fuori che può colpire così impietosamente. Ma è riuscito più e più volte in tutti questi anni a unirsi, a toccare, a motivare e a ricordare a noi uomini, ai suoi fan, che rinun­ciare non è una scelta. Che dopo ogni tempesta il sole tornerà a splendere. Attraverso questo fatto Eros è diventato parte integrante della nostra vita nel corso degli anni. Personal­mente non posso immaginare la mia vita senza la sua musica. Sarebbe come una zuppa senza sale. Come la Cappella Sistina senza gli affreschi di Michelangelo sulla volta. Nella lingua di Daniele Serra e Daniele Tonello... Come DAZN senza Diletta Leotta.

 

Il giorno dopo ho incontrato Cosimo e Rosa a Bari e insieme abbiamo passato un pomeriggio meraviglioso a Torre a Mare. È stato un pomeriggio memorabile, segnato ancora una volta da un'enorme mangiata. Spero sinceramente che questo ristorante, l’Osteria del Porto, ci sia ancora nel 2021, dopo questo maledetto anno 2020. Ricordavamo un anno ricco di eventi, il 2019, ma aspettavamo con ansia anche le ultime tre settimane di dicembre, perché ora si avvicinava il Grande Finale di Firenze e Milano. E avevamo ancora molto da pianificare.


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